I materiali e le tecnologie impiegati nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro influiscono costantemente sulla salute dell'uomo che le abita. I più comuni presentano spesso problemi di emissioni tossiche o nocive in fase di produzione, di posa in opera, di uso e di smaltimento finale.
La sensibilizzazione ai problemi ambientali, l'attenzione al contenimento dei consumi energetici ed un rinnovato apprezzamento delle qualità percettive dei materiali tradizionali hanno portato, nel campo delle costruzioni, alla riscoperta del legno coltivato come materia prima rinnovabile dalle elevate caratteristiche fisico-meccaniche. Il legno, materia prima ricca di calore fisico e di vita latente, mantiene queste prerogative qualunque sia la lavorazione ed il livello di finitura.
Nel corso delle sue trasformazioni da materia viva a materiale da costruzione non vengono prodotte sostanze tossiche, né rifiuti nocivi per l'ambiente. L'energia necessaria per ottenere il prodotto finito, circa 300 kWh/t, è molto modesta rispetto a quella occorrente per la lavorazione di altri materiali utilizzati in edilizia (basti pensare ai 72.500 kWh/t necessari per l'alluminio ed ai 3.500 kWh/t per l'acciaio). Il legno è un materiale rigenerabile. Ciò vuol dire che una razionale gestione della risorsa "bosco" può garantire sempre una costante quantità di materia prima "legno".
Infine, la struttura in legno è totalmente riciclabile: può essere facilmente demolita e i singoli elementi che la compongono possono essere riutilizzati sia in edilizia che in altri settori, a differenza di quello che succede con altri materiali quali calcestruzzi, cementi e sostanze chimiche. L'abbinamento del materiale legno con altri elementi di origine naturale, è essenziale per mantenere la struttura in condizioni di massima traspirabilità biotermica.